Naima Morelli

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Tag "via capo d’africa"

Tre stanze, quella della Galleria Ingresso Pericoloso, per cercarsi, e non è forse vero che il modo migliore per trovarsi è comunicarsi?

Lunghe passeggiate dai Fori alle borgate facendo da psichiatra e da paziente ad un amico, in una città che passa dalle vestigia romane ai palazzi di periferia, lasciandosi attraversare da così tante realtà differenti, dalla cosiddetta Dolce Vita agli sberleffi di Montecitorio, ma rimanendo sempre Roma.

Ci hanno costruito dentro in troppi stili diversi e troppo velocemente, potremmo crollare da un momento all’altro, ma possiamo anche avere il privilegio di riuscire sempre diversi, cambiare abiti repentinamente senza apparente continuità e passare da un Borsalino a un berretto da rapper nell’arco di pochi minuti, risultando sempre più o meno credibili.

Per quanto mi riguarda, “Uno, nessuno e centomila” l’ho sempre trovato molto più interessante di “Conosci te stesso”. Peraltro i due motti i non sono necessariamente a contrasto, e forse è proprio questo che grida Pablo Rubio guardando verso l’alto nei suoi numerosi ritratti fotocopiati e trattati ciascuno in maniera diversa; applicazioni di garze, metallo, pittura, collage, tali modificare un aspetto esteriore comune.

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Pinocchio è stato inghiottito dalla balena, ma quando si trova nella prima stanza della Galleria Ingresso Pericoloso ancora non lo sa.

Ne vede le vertebre scure, ma crede siano scale, una stairway to heaven a chiocciola la cui sommità non è possibile raggiungere, poi concentra la sua attenzione su delle strutture tubolari simili a flauti, mentre un rumore ancora lieve, vagamente minaccioso, fa da eco ai suoi passi.

Decide di chiamare tutti i suoi amici, quelli del paese del balocchi, con la chiara intenzione di far baldoria in quello spazio tutto bianco interrotto dalle misteriose istallazioni nere.
Non l’avesse mai fatto: il rumore cresce esponenzialmente quanto più Pinocchio e i suoi amici si agitano, diventa insopportabile, l’organismo si ribella, tutti i buttano a terra con le mani sulle orecchie e si dimenano ancora di più, ma il rumore non cessa anzi, aumenta ancora e sembra gridare: “Siete troppi, state fermi, questa vostra smania, andate via, via, via!”

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