Naima Morelli

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Tag "Milano"

benjamin
The Italian web magazine Art a Part of Cult(ure) has  just published the interview I had in Rome with artist Benjamin Skepper with the title “Benjamin Skepper, l’olandese tra Australia, Tokio, Russia, resto del mondo e bellezza. L’intervista”. The interview is part of my reportage about artists in Melbourne.

Here the link to the interview

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shixinning

The Italian magazine Art a Part of Cult(ure) has just published my review of Shi Xinning’s exhibition “Idea or Event” at Primo Marella Gallery, Milan.

Here the link to the review

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zabetta

“Incalzatrice della storia Freno del tempo Tu Bomba / Giocattolo dell’universo Massima rapinatrice di cieli Non posso odiarti”

Correndo giù per Via dei Mille nel caldo di un aprile napoletano del duemilaundici, cercando di arrivare al Molo Beverello in tempo per prendere l’Aliscafo dell’una e cinque, vale a dire essere a Sorrento per le due meno un quarto circa, ecco in questa corsa (perché si sa che il movimento fa arieggiare il cervello, purchè non vada in iperventilazione) le immagini della mostra di Zabetta si sovrappongono, si alternano in rima baciata, alternata, incrociata e slogata ai versi di “Bomb” di Gregory Corso.

Sulla rampa di legno vigilata dai Vucumprà, a fianco al Maschio Angioino, inevitabilmente parole e immagini sono già tutta una pappetta, sbatacchiate come un frullatore nella mia testa, non resta che sedersi sull’aliscafo e fare un po’ di ordine.
Dunque, Coda Zabetta non penso proprio che abbia scritto una lettera d’amore alla Bomba, quello è stato Corso. Piuttosto quello di Coda Z. si tratta di un lavoro ordinato che ha condotto a un risultato efficace, puntuale e profetico, come ci hanno tenuto tutti quanti a rimarcare con occhi da Cassandra color acque di Mergellina, alludendo chiaramente alla recentissima tragedia nucleare giapponese.

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formica5

Che cos’è il Popolo?
Ci sono solo due modi possibili per rispondere a questa domanda, o chiamare in causa studi antropologici del tipo Fabio Dei, Cirese, De Martino, oppure argomentare con l’arte.
L’una comprensione è intellettuale (vi parleranno di società dei consumi, snaturalizzazione bisogni, egemonizzazione e compagnia), l’altra parla direttamente ad un sentire.
Il lavoro di Angelo Formica, che ho avuto modo di beccare alla fiera Rome Contemporary, va esattamente in quella direzione.

Con un’operazione surrealisticamente a supportare un significato, anzi un’identità, quella popolare più precisamente, Formica gioca con i simboli della tradizione.
Il suo background siciliano (è originario di Milazzo) l’ha immerso fin da bambino in un humus culturale che è riuscito a rielaborare solo una volta trasferitosi a Milano, recuperando quel necessario distacco.
Un po’ come Jorge Amado, grandissimo scrittore del Popolo, il quale riusciva a narrare del suo natio Brasile solo quando si trovava a Parigi.

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Koes-Artbook-Modern-Indonesian-Art-1st-ed

In these days I’m preparing the bibliography for my book about Indonesian Contemporary Art.
In the last year I have tried to read every single publication, magazine, website, brochure, article, blog post about art in Indonesia and, of course, try to speak to many people involved as possible.
These are some interesting books and catalogues that were important for me to start orientate in this world:

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I recently visited the studio of the Australian artist Mark Hilton in Melbourne.
He just moved from his old studio in Fitzroy to a new one in Abbotsford, so unfortunately he did’t have many past works to show me.
Anyways the one he was currently working on was complex enough to monopolize my attention.

The project is a continuation of  “Hunting Where The Ducks Are”, a series of high reliefs depicting the darkest issues of contemporary society.
Every piece was shaped like a letter. In the end they will form the sentence:”Don’t Worry”.
In this work there is a striking contrast between appearance and truth, something in which Mark has always been interested.
Some of the scenes represented on the high reliefs are inspired to current affairs, like often happen in the previous production of the artist, other ones are drawn from the artist’s personal memories. There is no narrative connection between the pieces, although we can find a train as recurrent element.

The aesthetic look of the artwork is inspired by the decoration of the doors of the Duomo in Milan, where the artists had a residency in 2007.

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oky1

I came to know about the young Indonesian artist Oky Rey Montha from his solo show at Primo Marella Gallery in Milan and I’ll end up interviewing him for my book on contemporary art in Indonesia.

He seems to be the kinky and eccentric kink of artist that loves to get lost in his imagination.
With a dark, tim burtonian look and emo hair and makeup he’s directly out from one of his paintings.
His work reminds me of the pop-surrealism trend and is inspired by comics. Asian market sought this kind of paintings; at the same time Oky himself seems not to care too much about the market.
I look at him as a symbol of his generation that isn’t bother anymore with tradition and Wayang Puppets, but it’s more into pop and fantasy realms.
At the same time he knows how to take advantages of the web and he’s launching is own clothes collection called “Piratez” on facebook and on the blogosphere. He’s also an indie musician and loves to make drum performances during the exhibition openings.

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1971, Milano. 1970 Tokio.

Un anno di differenza per due artisti, la prima italiana, il secondo, nonostante il luogo di nascita, tedeschissimo. Linguaggi diversi, ma poi nemmeno tanto, in quanto entrambi influenzati fortemente dall’estetica pop e accomunati da una regola portante per tutto il loro lavoro: la provocazione.

E’ nell’ambito della rassegna “Soltanto un quadro al massimo”, ideata da Ludovico Pratesi e dal direttore dell’Accademia Tedesca di Villa Massimo dr. Joachim Bluher che il confronto tra i due artisti di fa esplicito. Il ciclo espositivo, giunto oramai alla decima edizione, fa dialogare, ma anche amichevolmente scontrare, due opere appartenenti rispettivamente ad un’artista italiano e ad uno tedesco. 

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