Naima Morelli

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Tag "accademia belle arti"
Manifesto

Il 31 maggio inagurerà alla Galleria 291 est a Roma la mostra dei due artisti australiani Kenny Pittock e Georgina Lee, con mia curatela. La mostra è parte della mia ricerca sugli artisti emergenti a Melbourne. Beccatevi il comunicato e una galleria di immagini:

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accademia

Ho recentemente ritrovato nei meandri di internet un mio articolo del 2008, riguardante gli esami di ammissione in tre delle più prestigiose Accademie di Belle Arti italiane, Roma, Napoli e Firenze. Al tempo mi recai nelle tre città per ovviare alla latitanza di informazioni sul web riguardo agli esami di ammissione, quello che trovai invece fu una sorta di specchio dell’Italia. Agli esordi del 2014 non penso che la situazione sia molto cambiata.

Viaggio tra le Accademie di Belle Arti d’Italia

Le informazioni sulle Accademie di Belle Arti Italiane sono scarse, i siti ufficiali poco aggiornati, le segreterie avare di informazioni, i forum a cui si rivolgono i ragazzi telegrafici. Abbiamo dato un’occhiata alle prove d’ammissione nelle Accademie di Belle arti di Firenze, Roma e Napoli: ecco il verdetto.

“Di dove sei?”
A farmi la domanda è una ragazza dall’aspetto un po’ alternativo, lunghi capelli castano chiaro e look hippie: “Io sono di Bologna, ho fatto il test di ammissione anche là, ma dicono che sono tutti raccomandati, e comunque è meglio farlo da più parti, perché se non entri hai sempre un’altra possibilità”.

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Obviously openings are not for art appreciation. Openings are for networking, for the glamour of being there, for “bella figura” and so on.
Sometimes though, if you talk with a friend about the opening of the night before, she may happen to mention the art.
Sometimes she would even have an opinion about it. Maybe she went there, she wouldn’t meet anyone she knows already, everyone was grumpy and unfriendly, no buffet even! (so rude).
What was left was to pay attention to the art.

Well, that’s not certainly the case of the recent opening at Volume! Foundation in Rome.
Forget about people being there reporting you about the art. In the opening aftermath the only comment you could collect was: “There were so many people.”
I mean, it was Kounellis opening we are talking about, not a light weight.
You certainly know who Kounellis is, but maybe I can repeat it for the guys who failed in the contemporary art test.
You may argue Kounellis’ worship is mainly in Italy, but then I remind you that his work is exhibited all over the world from Minnesota to Paris.
So, to keep it short, Kounellis is a talented Greek guy who decided to subscribe the art academy in Rome when it was still reputable. (There are still tons of people lured to the art academy in Rome from far countries, and I really feel bad for them).
1960 is the date of Kounellis’ first exhibition at Galleria La Tartaruga in Rome, and in the following years he contributed to the emergence of Arte Povera.
Kounellis, according to the principles of Arte Povera, started using materials from everyday life, animals, fire, bed, stones, iron in his artwork.
He also did some fun stuff artists use to do in Rome in the sixties, like unleash twelve horses in the gallery L’Attico. Just like that, for the sake of art.

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nietzsche

Robberto is a young artist based in Rome, native of Sardinia. I met him at the Pastificio Cerere, in Rome, and I soon find out that he studied at the Accademia di Belle Arti as well. He gave me this painting of Nietzsche – charcoal and chalk on wood – as gift. The back of the wood is slate, so the artwork is super-heavy. I needed some help to carry the artwork home.

Nietzsche is my favourite philosopher, his writing is incredibly powerful. He said “I’m dynamite” long before the AC/DC. 

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Ricordate quando da bambini facevate i funerali agli uccellini morti nel giardino? Gli costruivate una piccola tomba, scavavate un fosso e lo cospargevate di fiori. Poi cantavate una preghierina mentre gli altri bambini vi stavano a guardare.
Come? Non avevate un giardino da piccoli?

Mi dispiace per voi, ma sono certa abbiate senz’altro la prontezza di immaginarvi in ogni dettaglio la commovente scena, e dunque di capire lo spirito di fondo con il quale Robberto (uno dei più validi tra i nuovi artisti sfornati dall’Accademia di Belle Arti), ha deciso di muoversi per questa performance.

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Tano D’Amico lancia al registratore appoggiato sul tavolino uno sguardo lungo, obliquo, minaccioso, di assoluta disapprovazione. E si che è stato lui a dire che la macchina fotografica è stupida, ragionevolmente non considererà un registratore tanto più intelligente: “Preferisco che tu scriva quello che ti rimane impresso.”

Siamo seduti ad un bar vicino l’Accademia di Belle Arti di Roma, in Via di Ripetta, e già qualche studente si è seduto al tavolo con noi, accolto con allegria da Tano.
C’è un’empatia naturale e reciproca tra i ragazzi e il “loro” fotoreporter, quello che gli ha fornito le immagini mitologiche delle rivolte studentesche, dagli anni ’70 fino ad oggi, oltre le banalizzazioni “pornografiche”, come le definisce lo stesso D’Amico, che i media erogano a getto continuo: “Sono immagini brutte, che non aiutano a vivere, bloccano la memoria, spesso non aiutano nemmeno ad esorcizzare il presente. Sono immagini fatti con gli occhi del boia, in una sorta di compiacimento della crudeltà, con l’alibi della documentazione. In queste immagini il carnefice ha un quoziente di umanità maggiore della vittima e sono indispensabili per chi comanda.

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