Naima Morelli

Essay for the book Beyond-Borders: Art and Resilience in the Internet Era

montella

EN: Il Ramo D’Oro is a special place in Naples for artistic reflection which is truly grassroots, and for the gathering of an international art community. Upon request of Il Ramo D’Oro’s director, Vincenzo Montella, I have written an essay called “Flow and rigidity in challenging the borders” reflecting on the experience of the series of international shows Oltreconfine. This included Attualità Indonesiane which I co-curated.

The Oltreconfine book – where you can find my essay alongside the ones of authors such as Made Bayak e Judicael Ouango – is now available on Amazon.

Here the English version: Beyond-Borders: Art and Resilience in the Internet Era

ITA: Il Ramo D’Oro è un posto unico a Napoli dove sviluppare riflessioni artistiche genuine e dove coltivare una comunità artistica internazionale. Su richiesta del fondatore del Ramo D’Oro, Vincenzo Montella, ho scritto un breve saggio chiamato “Fludità e rigidità nel mettere in discussione i confini”, il quale riflette sull’esperienza della rassegna internazionale Oltreconfine. Questa ha incluso Attualità Indonesiane che ho co-curato.

Il libro di Oltreconfine, nel quale si trova il mio saggio insieme a quello di altri autori, tra cui Made Bayak e Judicael Ouango, è ora disponibile su Amazon.

Ecco la versione italiana: Oltreconfine: Arte e resilienza nell’era di internet

Qui sotto un estratto dal mio testo:

“Quando parliamo di confini, di culture a noi nuove, è su questa dicotomia fluidità rigidità che dobbiamo esercitarci. Il continuo esporsi alle opere d’arte, alle mostre, e ai discorsi attorno ad essi sono una palestra per il pensiero in questi termini.

Nell’idea di Vincenzo Montella c’è molta fluidità. Un discorso fluido è un discorso che non mira a degli obiettivi designati, così come potremmo leggerli sul foglio rosa di un modulo delle poste, o tra i quadretti di un quaderno di matematica (magari anche quella ha tanta libertà, è solo a me che non è mai piaciuta – quattro anni di debiti al liceo che manco la crisi economica). Un discorso fluido è aperto all’inaspettato. E’ un discorso sicuro di sé nel suo dimenticarsi di sé. Non ha un ego da difendere, non teme dunque l’inaspettato e l’incertezza. E’ un tutto e niente che non cerca risposte definitive. Assorbe i dati intellettivi, raffina la propria emotività, allena il proprio pensare, più che scolpire un pensiero come forma già data.

Poi c’è la rigidità e il rigore che sono quelle che danno le coordinate culturali e di contesto. Rientriamo nei nostri corpi. Gli unici che possono costringerci e liberarci nella creazione di regole e limiti da non superare. Si parte sempre dalle esperienze che facciamo sulla nostra pelle, per poi proiettarsi ed empatizzare.

Siamo nel nostro corpo, nel nostro contesto, a Napoli, guardiamo all’Indonesia, al Sud America, e ci guardiamo in faccia con altre fisionomie, altre esperienze. La riflessione diventa man mano più definita. C’è un noi e un loro da cui partire, con la volontà di superare i pronomi. Ora che la compenetrazione è avvenuta tramite il tuffo a stile nella fluidità che solo l’arte ci sa dare, tocca riemergere. Nel riemergere si concretizza la nostra azione.

Al Ramo D’Oro, alla visione della mostra segue sempre una conversazione. L’arte diventa sociale. Crea socialità e agisce nella socialità. Lo sguardo sociologico è fluido e rigido in una maniera tutta sua. D’altronde, le diverse discipline del sapere, sociologia, psicologia, filosofia, arte, possono essere viste, nella chiave che abbiamo individuato, come portatrici di diverse alternanze nella ritmica tra fluidità e rigidità. Un po’ come riusciamo ad orecchio a distinguere le percussioni di un gruppo rock da quella di un pezzo rap, o musica classica. Allo stesso modo scegliamo la disciplina più adatta al nostro senso del ritmo.

Trotterellando già per via Omodeo, siamo dunque già oltre il confine. Troveremo occhiali, batterie ed opere d’arte. Cuscini su cui sederci per discutere, e libri da sfogliare. Persone d’ogni tipo con il quale rimbalzarci idee. Ed immancabile, anche qualche delizioso pasticcino napoletano offerto dalla casa. Usciremo sazi, di mente e spirito, ma quello che più conta, è come ci muoveremo nel mondo in questa alternanza di fluidità e rigidità. Per mia conto posso dire, meno impacciata, più in controllo di questi due momenti dell’essere.”

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